Rapporti tra Banche e correntisti – Dalla parte dei correntisti
Creato da LucaCampanella il 13/06/2012 13:01:40

A completamento dell'articolo apparso a pagine 49 dell'inserto "Prima Pagina" della rivista Capital del mese di giugno, si ritiene opportuno riportare il testo integrale dell'intervista che, per ragini editoriali, al momento della pubblicazione è stata particolarmente sintetizzata con impossibilità, quindi, di rendere esaustiva l'esposizione della problematica presa in esame.


- Per quale motivo è oggi importante parlare di rapporti tra correntisti e Banche

Il momento storico che attraversiamo dimostra l’importanza che il sistema bancario assume nella vita quotidiana dei cittadini, che siano essi privati o, a maggior ragione, imprese.

La prassi ha dimostrato che negli ultimi decenni le Banche si sono approfittate della loro posizione contrattualmente dominante a discapito della clientela, a ciò favorite dalle normative via via emanate con il consenso dell’ABI, così come dimostrato dal recente decreto mille proroghe (per interpretazione del termine decennale di prescrizione del diritto alla restituzione dell’indebito).

- Cosa dovrebbero sapere i correntisti

I correntisti, dovrebbero, innanzitutto, essere consapevoli dei loro diritti.

Ciò è però reso nella pratica impossibile in quanto, scontrandosi con un vero e proprio cartello, si trovano nella difficile situazione di dover decidere se accettare le condizioni unilateralmente imposte dal sistema bancario, ovvero non intrattenere alcun conto corrente, con le ovvie conseguenze negative, nel caso il correntista sia una impresa che necessiti di instaurare rapporti commerciali con fornitori e clienti, disseminati sull’intero territorio nazionale e spesso internazionale.

Nell’ipotesi, poi, che l’impresa per poter operare necessiti di ricorso al credito bancario, la situazione si aggrava ulteriormente, dovendosi confrontare con condizioni ed interessi particolarmente sfavorevoli, che, la normativa in vigore dal 1996 (L. 108) ha cercato di combattere, ma che le banche riescono ancor’oggi agevolmente ad aggirare ponendo in essere complicate alchimie contabili.


- Quali sono le principali irregolarità poste in essere dalle Banche

I correntisti si rendono conto della violazione della loro libertà contrattuale solo in costanza di rapporto, quando le situazioni contingenti gli impediscono di farli valere se non a prezzo di revoca delle aperture di credito o risoluzione dei contratti di finanziamento in corso, in molti casi modificatisi successivamente alla loro apertura in base a volontà unilaterali spesso nemmeno comunicate ma semplicemente affisse nei locali della Banca.

Le principali irregolarità, soprattutto nei contratti stipulati negli anni ’90, consistevano nella illegittima applicazione anatocistica dei soli interessi a debito, con capitalizzazione trimestrale, calcolati su un montante debitorio artificiosamente incrementato con remunerazioni, spese, e commissioni di vario genere, tra le quali spiccavano quelle di massimo scoperto. rimaste un mistero sia nella loro esatta individuazione che, soprattutto, quantificazione.

Tutto ciò, senza tenere conto del “balletto delle valute” che ciascun  correntista ha potuto verificare sui propri estratti conto, laddove i versamenti riportano sempre una valuta postergata di alcuni giorni, mentre, i prelevamenti, antergata rispetto alla data dell’operazione, con ciò andando ad incrementare, in maniera celata, gli interessi applicati dai diversi Istituti.


- Come difendersi

In via preventiva, conoscendo i propri diritti, sarebbe più facile pretendere, in sede di stipulazione del contratto, un comportamento più equo e trasparente da parte degli Istituti di credito, i quali, hanno l’obbligo di esplicitare per iscritto tutte le condizioni applicate al rapporto.

Mai procedere alla sottoscrizione di moduli in bianco, con riserva di compilazione in un momento successivo da parte del funzionario. Il contratto deve essere consegnato, completo in ogni sua parte, al momento della sottoscrizione. Correntisti stanno attendendo da anni di ricevere via posta copia dei loro contratti di conto corrente e delle eventuali successive variazioni, che devono obbligatoriamente essere sottoscritte dal cliente per divenire per lo stesso vincolanti.

Nel caso non sia stato possibile tutelarsi in via preventiva, a causa della disparità di potere contrattuale esistente, per le ragioni sopra espresse, diventa indispensabile ricorrere immediatamente all’esperienza di un Legale, in grado, innanzitutto, di interrompere i termini di decadenza e prescrizione previsti dalla normativa vigente.

Lo stesso, avvalendosi della collaborazione contabile di altri professionisti, potrà, quindi, rideterminare con esattezza i rapporti di dare/avere tra le parti, consentendo così al cliente di valutare l’opportunità di agire, dapprima in sede di mediazione e, quindi, giudiziale, per la tutela dei suoi legittimi diritti.

Se si tiene conto che, in forza di tali strane alchimie contabili, le Banche arrivano spesso a segnalare alla Centrali dei Rischi presso la Banca d’Italia posizioni che in realtà, sulla base della corretta applicazione della normativa, non risultano essere a debito ma, addirittura a credito del correntista, appaiono evidenti i vantaggi che, soprattutto, le imprese commerciali trarrebbero dal rivolgersi a professionisti qualificati e specializzati nella materia.

Non è infrequente che Società sull’orlo delle procedure concorsuali scoprano improvvisamente, a seguito dell’attività del Legale, di essere in una situazione molto più florida del previsto e, soprattutto, non destinate ad essere emarginate dal sistema bancario a causa dell’avvenuta segnalazioni di posizioni debitorie che, in realtà, non erano da considerarsi “a sofferenza”.

Solo se obbligate da numerose sentenza di condanna, le Banche avranno interesse a modificare i loro comportamenti.